Svariate ricerche nel tempo hanno provato che sette secondi circa è il tempo necessario al nostro cervello per catalogare una prima impressione sul nostro interlocutore. Tempo entro il quale potresti pensare che la comunicazione non è nemmeno iniziata.
Immagina la scena: tu arrivi da lontano, vedi l’altra persona in fondo alla strada e lei vede te. Ci metti molto più di sette secondi per avvicinarti ma quella persona è lì e ti sta guardando.
Sette secondi circa e ancora non hai parlato
Se dopo quei sette secondi circa ancora non hai parlato l’opinione su di te si è già consolidata. Questo per un semplice motivo, una delle basi della comunicazione, parlare e comunicare sono due cose ben distinte.
Puoi parlare senza comunicare niente e, allo stesso tempo, puoi comunicare senza dire una parola. Tutto di noi comunica. Gli occhi sono il primo organo di ascolto e valutazione dato alla razza umana.
Per questo mi piace dire che dovremmo imparare ad ascoltare con gli occhi. Ci danno un sacco d’informazioni che ignoriamo costantemente in modo più o meno conscio.
Cosa fare per ottimizzare quei sette secondi circa
Consci di quanto detto sopra possiamo iniziare a pensare a tutto quello che comunichiamo in quei sette secondi circa e attraverso cosa.
- Estetica
- Postura
- Movimento
- Espressioni
- Gestualità
Non importa essere degli esperti di fisiognomica per prendere coscienza dell’importanza di ognuno di questi fattori.
Se segui le serie TV datti un occhio a “Lie to me”... Bellissima serie sul tema espressioni del volto.
Comunicazione ed estetica
Non possiamo negare che il primo fattore di comunicazione sia estetico. Capelli corti, lunghi, lisci, ricci, colorati. Vestiario sportivo, elegante, casual. Pulizia, disordine, sporcizia…
Tutti elementi che dicono qualcosa di noi in meno dei famosi sette secondi circa.
Per quanto gli elementi della comunicazione siano molti, questi sono fattori che arrivano a prescindere dal nostro volere e lo fanno comunicando direttamente all'istinto del nostro interlocutore.
Comunicazione e postura
Spalle curve o dritte? In meno di sette secondi circa facciamo in tempo ad accorgerci. Mani in tasca o ben in vista. Abbattuto o bello fiero a mento in alto.
Comunicazione e movimento
Il passo può essere incerto o deciso, le falcate lunghe e distese oppure brevi e nevrotiche. Ha fretta? No è tranquillo… Un’altra serie d’informazioni che il nostro cervello registra e cataloga senza che nemmeno ci accorgiamo.
Comunicazione ed espressioni del volto
Ancora una volta non siamo qui a fare un trattato di fisiognomica, non ne sarei in grado in tutta onestà :)
Tuttavia posso affermare con certezza una cosa: qualunque persona risponde agli stimoli come uno specchio.
Se tu entri in scena sorridente, chiamerai sorrisi. Chi si occupa di public speaking lo sa bene.
Il nostro cervello è abituatissimo a interpretare le espressioni del volto, ne va della sopravvivenza umana.
Rabbia? Attenzione. Felicità? Ottimo.
Comunicazione e gestualità
In Italia le mani sono un elemento di grande comunicazione e non solo in Italia. Come gesticoliamo trasmette sensazioni. Calma o fretta. Stress o tranquillità.
Quei benedetti sette secondi circa sono determinanti e si fanno un sacco di gesti con un sacco di parti del corpo.
Sette secondi circa: simpatico o antipatico per la vita
Il nostro cervello usa quei sette secondi circa per farsi una prima idea degli altri. Semplifica il processo e spesso e volentieri ha ragione.
Ci sono casi però, per vari motivi personali, in cui non diamo il meglio di noi e rischiamo di passare un messaggio non coerente su chi siamo.
Diventa fondamentale perché, è importantissimo, quella prima impressione dura per mesi e mesi. Anche anni in alcune circostanze. Diventa molto difficile farla cambiare.
Fattibile, ma difficile.
Ognuno di noi si affeziona molto alle proprie convinzioni… ma questo è tema per un nuovo capitolo di comunicazione e andiamo oltre i sette secondi circa :)